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M4U: un modo per trovare insieme soluzioni al proprio futuro

di Caterina Martelli | Mentor M4U

Nel 2020, durante la pandemia, ho affrontato un drastico cambiamento di carriera. Era da tempo che il lavoro che svolgevo non mi faceva stare bene, forse da sempre, ma non è stato semplice capirlo e soprattutto decidere di fare qualcosa per cambiare la situazione. Per una serie di circostanze, ricevetti una proposta che mi permise di voltare pagina in toto e alla quale sarò sempre grata, perché ha mi ha permesso di migliorare la mia vita sotto ogni aspetto e di uscire da quella che al tempo percepivo come una strada chiusa.

Ho però affrontato questo percorso, dallo stare male, alla presa di consapevolezza e infine al cambiamento, quasi del tutto da sola. Non mi sentivo compresa e a dire la verità non sapevo nemmeno bene cosa stessi facendo. Nessuno era in grado di aiutarmi a capire come meglio muovermi e dove incanalare le mie capacità e conoscenze cosicché potessero fruttare al meglio, unite alla mia personalità, ai miei bisogni e alle mie ambizioni.

C’è voluto un po’ dopo il mio cambiamento prima che mi assestassi del tutto e capissi dove ero brava e per questo ringrazierò per sempre alcune persone che ho incontrato sia sul lavoro che fuori, i miei primi Mentor.

Una volta realizzato tutto ciò, infatti, un grande treno si è messo in moto e da quel momento ho deciso che anche io avrei voluto dare qualcosa indietro, aiutare chi come me si trovasse in un momento complicato a superarlo con i giusti mezzi e il supporto necessario.

Sono convinta che purtroppo la scuola italiana, come anche le università, non preparino a sufficienza per quello che è il mondo lavorativo oggi, o perlomeno non su tutti gli aspetti. Dalla mia esperienza e da ciò che riscontro tramite i miei Mentee, infatti, la teoria si discosta troppo spesso dalla pratica, risultando quindi in una delusione delle aspettative della persona una volta entrata nel mondo del lavoro, con tutto ciò che ne concerne (disorientamento, frustrazione, insoddisfazione, tristezza, ecc…). Troppo spesso ci si ritrova a non sapere come far fruttare il proprio titolo di studio: a che lavori lo posso applicare? Come si chiamano questi lavori? Che differenza c’è tra le varie aziende? Cosa rispecchia meglio chi sono e cosa cerco? Come candidarmi? Che qualità lavorativa dovrei ricercare? E così via.

Sono tutte domande che troppo poco spesso trovano risposta prima di iniziare a lavorare (e che spesso non la trovano neanche dopo aver iniziato) ma che al tempo stesso dovrebbero essere i pilastri di ogni singola scelta lavorativa affinché questa sia positiva per la persona.

A chi si sente come descritto sopra oggi, o che si rispecchia nella mia storia, dico: non sentitevi soli, non lo siete. Non siete nemmeno sbagliati. Conosco più persone insoddisfatte che soddisfatte dal punto di vista lavorativo. Ma c’è una buona notizia: le soluzioni esistono e noi possiamo lavorare insieme affinché il nostro futuro sia nelle nostre mani.


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